Macchi M.7

Il Macchi M.7 era un idrocaccia a scafo centrale, monoposto, monomotore in configurazione spingente e biplano, prodotto dall’azienda italiana Società Anonima Nieuport-Macchi, poi divenuta Macchi; derivato attraverso il prototipo M.6 dal tipo M.5, che era stato intanto modificato e del quale montava il motore che era stato usato nelle sue ultime versioni, cioè l'Isotta-Fraschini V-6B da 250 CV. 
L’M.7 venne realizzato sul finire del primo conflitto mondiale. Ne furono costruiti soltanto 17 esemplari di cui tre soli effettivamente consegnati ed impiegati in combattimento. Successivamente, nel dopoguerra, ne furono costruite alcune modificazioni: M.7 bis, ter AR e ter A. con potenza via via accresciuta sino all'ultima ter B che montava un motore Lorraine da 480 CV. 
L'M.7, tanto nella struttura che nella formula, ripeteva le caratteristiche delle ultime versioni del famoso M.5, con montanti paralleli. Le successive versioni ebbero anche modifiche strutturali, sostanzialmente allo scafo.
Con 210 km/h l’M.7 era il più veloce idro del mondo. Nel 1920, pilotato da Riccardo Morselli, gareggiò nel meeting di idro-aviazione di Monaco, classificandosi terzo alla gara di velocità con 203 km/h e vincendo, con Arturo Zanetti, il premio speciale per l’acrobazia.
Vinse la 5a edizione della Coppa Schneider il 7 agosto 1921 a Venezia con ai comandi Giovanni de Briganti alla media di 189,66 Km/h.
Gli idro rimasero in servizio fino al 1937.
Caratteristiche fondamentali dell'M.7ter: apertura alare 9,95 m.; superficie alare 23,50 mq; lunghezza 8,09 m.; altezza 2,97 m.; peso a vuoto 805 kg.; peso totale 1098 kg.; velocità massima 210 km/h; autonomia 7000 km; quota di tangenza 6500 m.
 

fig 13 macchi m7ter
fig 36 macchi m7
fig 37 macchi m7bis
fig 38 macchi m7