L'attività di volo

 

 

La ripresa dell'attività di volo degli allievi, al Sud, fu un problema di difficilissima soluzione, inizialmente per le limitazioni armistiziali, ma poi anche per la deficienza di materiale, per la mancanza di un campo veramente idoneo e disponibile, per la penuria di istruttori e per le difficoltà di spostamento degli allievi.
Concluse le operazioni belliche per la fine del conflitto, l'Aeroporto di Lecce venne quasi esclusivamente destinato a sede di scuola di pilotaggio e pertanto, sotto la data del 1° novembre 1945, vi si trasferì la scuola di Leverano, che dal novembre 1943 fu sede della “Scuola Addestramento Caccia”. Alla fine dello stesso anno 1945, questa scuola programmò un ordinamento che la vide suddivisa in tre gruppi di volo, ai quali erano affidate le tre fasi successive dell'istruzione e precisamente:

1° Gruppo di Volo (1ª e 2ª Squadriglia), per lo svolgimento del 1º periodo di istruzione fino al conseguimento del brevetto di pilota d'aeroplano. Il gruppo, a decorrere dal febbraio 1946, venne dislocato sull'Aeroporto di Gioia del Colle. Impiegava il velivolo “Са.164” ma in genere il conseguimento del brevetto di pilota di aeroplano avvenne su velivolo L.5 fino al 1951 e successivamente su velivolo Macchi 416 fino al 1954.

2° Gruppo di Volo (3ª e 4ª Squadriglia), per lo svolgimento del 2º periodo di istruzione. Il Gruppo, con la sola 3ª squadriglia, ai primi del 1946 si dislocò sull'Aeroporto di Brindisi, impiegando il velivolo Cr-42.

3° Gruppo di Volo (con la 4ª squadriglia del 2° Gruppo), per lo svolgimento del 3º periodo istruzionale, comprendente il conseguimento del brevetto militare e l'addestramento basico caccia, necessario per l'assegnazione ai reparti di impiego. II 3° Gruppo rimase sull'Aeroporto di Lecce e disponeva di velivoli G.8, F.N.305, G.50 e Macchi 200, oltre a velivoli G.55. Il brevetto militare veniva conseguito su velivolo Macchi 205 e, dal 1950, su velivolo G. 59.

A decorrere dal 1° settembre 1946, la scuola, completata nei tre gruppi, assunse l'organico di stormo e la nuova denominazione di “Scuole di volo delle Puglie” o “Comando Scuole di Volo”; dal 1° novembre 1948 tutte le scuole furono poste alle dipendenze del costituito “Ispettorato delle Scuole dell'Aeronautica Militare”, con sede sull'Aeroporto di Guidonia. Ma il problema delle scuole di volo era ancora lontano dall'avvio a una vera soluzione. La modestia delle assegnazioni di bilancio e l'assoluta mancanza di materiale di volo moderno, rendevano la situazione assai precaria e limitate le prospettive. Fino al 1948 il materiale di volo disponibile fu estremamente eterogeneo, oltre che vetusto, e il programma fu di raggiungere, con questi mezzi, il massimo rendimento, mirando comunque alla formazione e all'addestramento di un numero limitato di piloti, ma che fossero qualitativamente validi.

Un certo miglioramento si ebbe dopo il 1948, a seguito della cessione da parte americana, in conto credito, di 50 velivoli Stinson L. 5 e di 50 velivoli C. 45 Beechcraft, residuati di guerra. Gli L.5 furono assegnati alla scuola di primo periodo di Gioia del Colle e rappresentarono un salutare apporto, del quale poté beneficiare anche l'Accademia Aeronautica.

In merito al programma istruzionale, nel 1950 la preparazione di un pilota richiedeva mediamente 140 ore che venivano così distribuite:

- primo periodo: 30 ore circa, di cui 20 a doppio comando su velivolo Stinson L.5 (Gioia del Colle);

- secondo periodo: 50 ore circa, comprendenti evoluzioni acrobatiche, volo in pattuglia e navigazione strumentale, eseguite essenzialmente su velivolo G.46 (Brindisi) o CR.42 per il Corso Centauro II;

- terzo periodo: 60 ore per il perfezionamento nella navigazione strumentale e notturna, manovre in formazione, ecc. fino al conseguimento del brevetto di pilota militare. In questo periodo gli allievi effettuavano anche il passaggio sul velivolo T.6  o G.59. (Lecce).


Le vicende del Centauro II

 

Per avere idea di quanto sia stata difficile la realizzazione dell'istruzione di volo per gli allievi dell'Accademia, sarebbe sufficiente, forse, considerare l'iter addestrativo degli allievi del corso Centauro II, il primo del dopoguerra, i cui allievi, che scherzosamente dichiaravano di appartenere al corso “cavie” perché tutto era sempre da sperimentare, se pur non colpiti dalle vicende belliche come quelli dei corsi immediatamente precedenti, furono duramente provati da difficoltà notevoli, di ordine materiale e morale. Entrati in Accademia nel febbraio 1946, ebbero il battesimo del volo nell'aprile con un ampio giro sul golfo di Napoli a bordo di un velivolo Cant.Z-501. Durante la seconda classe effettuarono alcuni voli collettivi su velivolo S.82 come allievi osservatori e l'anno successivo, al termine della crociera all'estero, sostennero con esito per tutti favorevole, gli esami per il conseguimento del brevetto di “osservatore dall'aeroplano”. Nel dicembre 1948, con il grado di Sottotenente, furono trasferiti al 1° Gruppo Scuole di Gioia del Colle per iniziare il corso di pilotaggio di primo periodo su velivolo L.5 e per il conseguimento del brevetto di pilota d'aeroplano. L'attività si svolse in situazioni ambientali critiche per le condizioni atmosferiche caratterizzate da nebbia, pioggia e sovente neve e per l'inospitalità del campo che poteva offrire agli allievi solo vecchie baracche, prive di riscaldamento, una mensa mediocre e nessuno svago se non la libera uscita in paese, per chi aveva voglia di raggiungerlo a piedi, per mancanza di mezzi di trasporto. Il 4 aprile 1949, durante un volo di addestramento, due velivoli “L.5” entrarono in collisione: gli occupanti di uno, il S.Ten. Spanò ed il Serg. Magg. istruttore Della Rovere, si salvarono col paracadute; l'occupante dell'altro velivolo, S.Ten. Pecorella, perse la vita; fu il primo allievo del dopoguerra caduto presso le scuole.

Dopo il conseguimento del brevetto di pilota d'aeroplano, nel giugno del 1949, i Sottotenenti del Centauro II vennero trasferiti al 2° Gruppo scuole a Brindisi, dove iniziarono l'istruzione su velivolo CR.42; una transizione, questa, troppo brusca e certamente irrazionale, che procurò molti incidenti ed esoneri dal pilotaggio. Quelli che rimasero, comunque, vennero poi avviati, per l'ultima parte del programma di volo, a Lecce, dove, a partire dal 9 maggio 1950, iniziarono il corso di perfezionamento (4° anno) sulla base della pianificazione quadriennale, e conseguirono poi il brevetto di pilota militare su velivolo Fiat G.59. Il Corso Centauro II, che aveva già perso durante il primo anno tre allievi per motivi vari, aggiunse poi al S.Ten. Pecorella altri tre caduti per “cause di volo”: Luigi Coppa e Francesco Della Guardia nel 1951, Aldo Di Caprio nel 1963, oltre ad Ezio Sciarretta che era passato al corso Drago II.

 

La nascita del Reparto Volo dell’Accademia Aeronautica.

 

L'Accademia mirava a riavere una propria scuola di pilotaggio, ma le difficoltà generali che la giovane Aeronautica Militare stava affrontando facevano ritenere prematuro ogni effettivo programma, tanto più che l'Istituto non aveva ancora una sede definitiva. Comunque, il 1° maggio 1948 venne costituito, con sede provvisoria sull'Aeroporto di Capodichino, il “Reparto Autonomo di volo dell'Accademia Aeronautica”. I velivoli assegnati furono un Saiman 202, per i frequenti viaggi del comandante dell’Accademia, e due Fiat G.212, uno per la crociera del 1948 ed uno ricco di installazioni didattiche ricevuto nel maggio 1949.

Il Reparto Autonomo di Volo era praticamente un embrione della futura scuola di pilotaggio e, proprio in vista di questa realizzazione, vennero avviate alcune trattative con la Società “Alfa Romeo”, che avrebbe dovuto cedere il proprio aeroporto, che era stato costruito a Pomigliano d'Arco per le esigenze della ditta. Il Reparto frattanto limitava la sua attività alle esercitazioni di navigazione e ai collegamenti ma serviva di base per altri velivoli, che saltuariamente e per periodi limitati, venivano assegnati per esigenze istruzionali. Considerando perciò la presenza di velivoli G.12 del 46° Stormo, velivoli S.75 ed S.82 del 36 Stormo ed L.5 delle scuole di volo (1° Gruppo), l'attività del Reparto, da maggio a dicembre del 1948, fu notevole. In questo periodo furono infatti effettuati 1384 voli per un totale complessivo di 731 ore e 20 minuti.

Dall'anno accademico 1949/50 il Reparto prese la denominazione di “Centro Addestramento al Volo” e vennero precisati i suoi compiti, consistenti nell'effettuazione di voli di ambientamento, esercitazioni e voli vari per gli allievi, addestramento al volo dei piloti in servizio presso l'Accademia, con esclusione dell'istruzione di pilotaggio per gli allievi, che avrebbe dovuto svolgersi esclusivamente nel periodo estivo, presso le Scuole di Volo in Puglia. Il programma perciò venne ridimensionato e, pur tenendo conto dell'attività degli altri velivoli temporaneamente assegnati, furono effettuati, nell'intero anno, complessivamente 490 voli, per un totale di 637 ore e 10 minuti. In questa attività era compresa la crociera aerea all'estero degli allievi e voli vari, ivi comprese esercitazioni di allievi delle telecomunicazioni provenienti da Firenze. Nello stesso anno 1949/50, l'attività della Scuola di Gioia del Colle, per l’istruzione di primo periodo degli allievi fino al conseguimento del brevetto di pilota d'aeroplano, fu di 1615 ore e 35 minuti, con il conseguimento di 51 brevetti.

L'1 agosto 1951 si costituì, sull'aeroporto di Pomigliano d'Arco, il “Reparto Volo dell'Accademia Aeronautica” (organigramma riportato sotto), che assorbì il materiale e il personale del precedente “Centro Addestramento al Volo”, che il 31 luglio si era trasferito da Capodichino a Pomigliano. Esso fu composto da:

- una Squadriglia Scuola (di nuova costituzione);

- una Squadriglia Addestramento al Volo (costituita dal disciolto “Centro Addestramento al Volo”).

La costituzione di questo reparto volo fu il risultato di un notevole sforzo ricostruttivo e rappresentò, per l'Accademia, una importante realizzazione in quanto era ora possibile far svolgere agli allievi l'istruzione al pilotaggio con regolarità, durante tutto l'anno accademico e alternato alle lezioni teoriche. La Squadriglia Scuola si assumeva il compito di assicurare l'istruzione di pilotaggio di primo periodo, fino al conseguimento del brevetto di pilota d'aeroplano. L'istruzione successiva per il conseguimento del brevetto militare, sarebbe stata impartita presso la scuola di Lecce. Il velivolo da impiegare era lo Stinson L.5, da sostituire poi con il Macchi 416. La Squadriglia Addestramento al volo avrebbe provveduto all'allenamento e addestramento del personale navigante in servizio in Accademia e alla Scuola Specialisti ricostituita a Caserta, nonché ai collegamenti, alle crociere e ai voli vari. All'atto della costituzione, il Reparto disponeva di velivoli G.12, G.212, С.45, G.46, S.7 e L.5.