“In ogni istante, l`uomo è un essere narrativo, che tiene unito il proprio passato e il proprio futuro. La memoria non è un deposito passivo di ricordi, ma un atto vitale dell`anima, capace di dare senso al tempo vissuto. La memoria è il grembo in cui viene concepita la coscienza. Senza memoria, il tempo sarebbe un susseguirsi indistinto di frammenti. È la memoria che ci dà identità, che rende possibile la continuità di sè.”
Sant`Agostino
Il Corso Centauro 2°
Premessa
Quanto scritto di seguito attinge dalle fonti ufficiali e dalla generosità dei discendenti del Centauro 2 e Centauro 1. Lo stile seguito vuole essere descrittivo e scorrere in parallelo con la testimonianza diretta del Gen. di Squadra Aerea Maurizio Ulivi del Centauro 2.
L`inizio
La guerra ancora in corso e le limitazioni delle clausole armistiziali non avevano consentito di effettuare un reclutamento per il 1944 (sarebbe stato quello per il Borea 2). Solo nell'autunno del 1945 fu possibile bandire un concorso per l'ammissione alla 1 classe di 15 allievi che andarono e costituire il corso Centauro 2° che cominciò la sua vita a Nisida, dove l'Accademia si era trasferita il 20 novembre 1945.
La nuova sede di Nisida
La sede di Nisida venne scelta in un momento particolarmente difficile, sotto la spinta dell'urgenza e perciò con un criterio di assoluta provvisorietà. Tuttavia, nonostante diverse alternative prese in considerazione, furono istruiti e licenziati a Nisida ben 17 corsi, dal Centauro 2 allo Zodiaco 2. L`idroscalo costituito nel 1926 con le sue strutture aveva ospitato una base idrovolanti (aeroporto Luigi Bresciani). Dopo la guerra divenne un C.A.R.P. (Centro Affluenza Reduci e Prigionieri) con cui fu difficile convivere (fu poi spostato nella parte a mezza altezza dell`isola) come lo fu con tutto il materiale bellico alleato (anche di natura esplosiva) ivi depositato.
Il trasferimento e l`organizzazione iniziale a Nisida fu gestita dal T.Col. Paolo Salvadori, che aveva le attribuzioni di Comandante prima dell`arrivo del Gen. Ranieri Cupini. Dopo l`insediamento del Generale divenne Comandante in seconda, dal 30 maggio 1945.
La ripresa dei corsi cominciò nel febbraio 1946 con il gruppo degli allievi dell'Aquila 2 non ancora licenziati (di cui 5 costituirono il Borea 2) e con il corso di nuovo reclutamento Centauro 2. Il concorso era stato bandito nell'estate del 1945 col consenso delle autorità alleate e si era svolto in piena regolarità secondo le norme dettate dalla vecchia legge ordinativa, sempre in vigore. I concorrenti, una sessantina circa, quasi tutti del centro-sud, furono sottoposti a visita presso l'Istituto Medico Legale di Napoli, che aveva ripreso il suo funzionamento, quindi alla prova scritta di italiano. Dopo un tirocinio preliminare di trenta giorni (unico nuovo inserimento al vecchio ordinamento dell`Accademia del 1941), i candidati furono sottoposti alla prova orale di matematica e quindi i vincitori, in numero di 15, furono ammessi al corso, che ebbe inizio il 16 febbraio (successivo all`incorporamento di gennaio). Il numero limitato di allievi facilitò l'opera organizzativa, comunque difficile. Il grande fabbricato del vecchio convalescenziario, ampliato con una nuova costruzione, accolse le aule, i dormitori, la mensa, le sale di ricreazione degli allievi, i comandi di corso, le prime installazioni per le esercitazioni pratiche. Il piccolo piazzale trapezoidale divenne zona di esercitazioni militari e sportive e di respiro, fu creato il corpo di guardia e l'infermeria (link); la tenacia del personale, incrementato con nuovi elementi e lo spirito di adattamento degli allievi, fecero il resto.
Le difficoltà comunque rimasero enormi e in primo piano i problemi del vestiario e del vitto. L'uniforme degli allievi fu inizialmente confezionata col panno grigio-azzurro in uso per la truppa e non fu possibile dotare gli allievi dello spadino. Modifiche alla divisa e reintroduzione dello spadino ebbero corso su proposta del Generale Ranieri Cupini successivamente nel 1947 (infatti all'Altare della Patria nel 1947 il Centauro 2 aveva lo spadino - link) ed in modo continuo dal 1948; difficile l'approvvigionamento della biancheria e degli altri capi di corredo. Per il vitto gli allievi potevano fruire esclusivamente di una razione alleata a base di scatolette, comunque scadente per qualità e quantità (diventata tradizione poi con le generazioni successive nelle varie occasioni di missioni operative in territorio di guerra e campi d`arma). Negli alloggi gli allievi vennero sistemati in brande biposto, in uso per militari di truppa.
Ulivi ricorda così: “la guerra appena finita e i suoi strascichi, avevano creato un ambiente piuttosto scoraggiante per i giovani che desideravano intraprendere la carriera militare, ma noi avevamo in testa gli aeroplani e il volo e soltanto queste cose erano importanti per noi.”
A Nisida si era praticamente ricominciato da zero, ma al termine dell'anno accademico si erano fatti progressi enormi, nonostante i disagi e l'incertezza sul futuro dell'Aeronautica. Fu un lavoro immane, sorretto forse solo dalla fede della ripresa e dalla ansia della ricostruzione (link). Gli allievi di quel periodo chiamarono, a ragione, il T.Col. Paolo Salvadori “fondatore della nuova Accademia”. Comunque all`Accademia venne dato un nuovo comandante con rango di generale: il primo fu il Gen. Ranieri Cupini dell`Aquila 1, il quale si mise subito al lavoro per riordinare e riavviare a pieno regime la preziosa Istituzione. Compito per il quale si distinse con il Col. Salvadori diventato Comandante in 2^ (link). Non solo ma si adoperò per la ricerca di una nuova sede definitiva per l`Accademia, ma al suo agire non si accompagnò l`identità di vedute della politica.
Com`era l`Accademia durante il passaggio del Centauro 2?
Fabbricato fondamentale a Nisida era il vecchio lazzaretto borbonico costituito da 17 cameroni uguali, a volta, dipinti a calce, che prendevano luce da alti e larghi finestroni ed erano disimpegnati da un corridoio di testa. In esso avevano trovato posto le camerate, la mensa degli allievi e altri servizi con sistemazione provvisoria. Nell`ottobre del 1946 l`Accademia ebbe assegnato un edificio sull`istmo adiacente al vecchio lazzaretto che potè essere adibito ad aule per gli allievi. In altro magazzino in costruzione vennero allocate la sala Navigazione e la sala Armamento. Col tempo i lavori, conclusi nel 1949, contemplarono l`adattamento delle banchine, un campo sportivo ricavato dai piazzali aeroplani e un servizio sanitario comprensivo di gabinetto odontoiatrico. Inoltre, dopo che gli alleati lasciarono la Reggia di Caserta, furono recuperati e trasferiti a Nisida: mobilio, attrezzature, biblioteca, apparati tecnici, tipografia e quanto di utilità ai fini dello svolgimento di quanto previsto dal Massimo Istituto. Dal 1 Maggio 1948 fu posto alle dipendenze dell`Accademia il Reparto Autonomo di Volo costituito sull`aeroporto di Capodichino.
Ulivi racconta al Centauro V nel 2003: “così fu e ci ritrovammo in quel di Nisida, dove praticamente prendemmo alloggio in un fabbricato fino ad allora destinato a magazzino e dove il neonato corso Centauro 2 andava a trascorrere le sue giornate in uno stanzone denominato “studio”, a trascorrere la notte in un anonimo stanzone esattamente uguale al primo, ovviamente con diverso arredamento e un altro sempre uguale come mensa.”
Anni addietro, nel 1963, ebbe modo di scrivere più o meno le stesse cose:
“E così il Centauro 2 trascorse i 3 anni di corso nella sede di Nisida, in poche aule uguali che si differenziavano tra loro perché avevano dei letti, dei banchi di studio, o dei tavoli di mensa con le rare e magre soddisfazioni sportive che ci potevano essere offerte da un piazzale in cemento in riva al mare.
In questo piazzale facevamo i giri di corsa, le esercitazioni di ordine chiuso e, alla sera, seduti sulla riva del mare, cantavamo canzoni nostalgiche …..”
Gli Allievi Ufficiali e le vicende del Centauro 2
Gli allievi incorporati tra il 17 ed il 20 gennaio 1946 furono a fine concorso 15 diventati poi 12 (perché due dimessi d`autorità forse per atteggiamento fazioso nel periodo precedente al referendum per la Repubblica ed uno poi transitato al Drago 2 dopo il terzo anno) provenienti in massima parte dal centro-sud Italia. Di seguito i loro nomi secondo la graduatoria da Aspirante al terzo anno di Accademia che fu poi la definitiva (link):
cognome e nome provenienza
Pilosu Giuseppe (Capocorso) Roma
Spanò Elio Giorgio Milazzo (ME)
Spadaccini Alberto Senigallia (AN)
Della Guardia Francesco Vasto (CH)
Di Caprio Aldo Castel di Sangro (CH)
Coppa Luigi Alba (CN)
Russo Giovanni S.Maria Capua Vetere (CE)
Ulivi Maurizio Pirano (esule giuliano dalmata nel distretto di Torino)
Lobianco Domenico Napoli
De Rosa Bruno Capua (CE)
Pecorella Giovanni Palermo
Gargiulo Luigi Vico Equense (NA)
Col tempo si aggiunsero colleghi provenienti da altri corsi poi dimessi o passati in altri ambiti, così come uno transitò poi al Drago e morì in un incidente di volo: era Ezio Sciarretta.
Il 1946 fu un anno denso di avvenimenti. In maggio ci fu la visita in forma privata del già Luogotenente del Regno Umberto II di Savoia. Ciò provocò forte emozione tra gli allievi, ma alcuni di essi, che avevano partecipato alla Resistenza in formazioni partigiane, erano decisamente repubblicani e manifestavano apertamente ai compagni le loro opinioni.
Ulivi, esule giuliano-dalmata che partecipò alla Resistenza, scrive:
“Ricordo che la domenica prima del 2 giugno 1946 era venuto da noi a Nisida, il Re Umberto II, quasi volesse, con quella visita, congedarsi dai cadetti, che in qualche maniera rappresentavano il domani delle Forze Armate. Del resto il Re risiedeva a Napoli e la nostra era l`Accademia più vicina. Umberto II aveva un`espressione triste e nel congedarsi da noi, stringendoci la mano, chiedeva se avessimo qualche desiderio. La nostra risposta era ovviamente che volevamo volare, richiesta piuttosto impegnativa per un`Aeronautica che usciva da una guerra disastrosa.”
Ci furono le votazioni il 2 giugno del 1946 e tutti gli allievi andarono a votare in un seggio di Bagnoli. Fu scelta la Repubblica.
L`anno poi vide lo scorrere della vita Accademica con le attività giornaliere che ancor oggi caratterizzano la vita dell`allievo: lezione, studio, attività ginnico-militari, esami di fine anno accademico, cerimonie ed eventi anche pubblici.
Poche uscite di corso, che Ulivi con la sua ironia sottile così riassume:
“Durante l`anno le grandi evasioni erano costituite dalle visite alla Solfatara di Pozzuoli e dai permessi speciali ottenuti per recarsi dal dentista: ci rimettevamo qualche dente, ma guadagnavamo qualche ora di libertà.“
In realtà oltre alla Solfatara le uscite riguardavano la zona flegrea, il Vesuvio e Pompei.
L`attività di volo del Centauro 2, trattata in altro paragrafo, fu molto rara rispetto a quanto nelle intenzioni dei superiori e successivamente normato.
Ancora Ulivi: “Il battesimo dell`aria è un altro tenero ricordo. Ci portarono in volo a piccoli gruppi con un vecchio Cant.Z.501 (link), un vecchio idrovolante a scafo centrale che come velocità non superava i 150 Km/h. Decollo dall`idroscalo di Nisida, un largo giro per vedere Capri, il Vesuvio, Napoli, Mergellina e poi, dopo capo Posillipo, rientro e ammaraggio con relativa lavata molto abbondante di spruzzi d`acqua, perché il velivolo era tutto aperto come una cabriolet.”
A Nisida ritornarono in vita le vecchie tradizioni accademiche e con esse quelle cerimonie annuali che segnavano le tappe della vita di ciascun corso. Fra queste la più importante rimase quella del “giuramento e battesimo”. Battesimo e giuramento, a Nisida, inizialmente avevano avuto luogo separatamente. Si era già deciso, inoltre, con l`Aquila 2 di conservare il nome del Corso.
La cerimonia del Battesimo mantenne pressocchè inalterata la vecchia procedura; il compito di far da “padrino” veniva affidato all`Ufficiale, più anziano ed in servizio, proveniente dall`Accademia ed ex allievo dell`omonimo corso della precedente serie.
Questo compito toccò per il Centauro 2 al Col. Edoardo Tonengo del Centauro I (link1) (link2).
Il Col. Tonengo non era il più anziano, ma vista la situazione in atto nella nazione e nel Corso Centauro 1 era probabilmente quello che poteva dare una ragionevole certezza di essere presente.
Il Centauro I a fine guerra contava, oltre ai caduti: reduci in forza con gli alleati, prigionieri dei tedeschi in campo di concentramento, prigionieri degli alleati, volontari nella RSI, sbandati (come citato anche nei documenti caratteristici) e volontari nella Resistenza come lo stesso Tonengo.
Il Col. Tonengo, consegnando l`Orifiamma all`Allievo Pilosu, Capocorso del Centauro 2, pronunciò le seguenti parole:
Allievi del corso “Centauro 2”, la serena alba della vostra vita militare,
che ricorda tanto da vicino la mia ormai lontana, il numero degli allievi
ai quali ho l`onore di tramandare la tradizione del mio eclettico Corso,
l`una e l`altra cosa mi toccano profondamente nel cuore, in quanto sento
che accanto ad ognuno di voi c`è lo spirito d`un mio compagno.
Ed ogni spirito, fiero del suo passato, vi rammenta che il dovere va
oltre la vita, se della vita si vuol esser degni.
Credetegli!
Dopo quello in Dio, non è possibile offrire alla nostra anima un credo
migliore.
E allora dopo questa tacita promessa, possiamo ripetere con il poeta:
“Centauro alla tua corsa la nube è fango e il vano vento è suol”
I corsi “Centauro 2” e “Drago 2” prestarono giuramento il 16 febbraio 1947, mentre la cerimonia del battesimo, per ambedue i corsi, ebbe luogo il 4 aprile 1948 (link). Nella stessa data vi fu il giuramento e battesimo dell`Eolo 2. E da quel momento le due cerimonie vennero unificate. Quel giorno fu la prima volta che fu usata ufficialmente la nuova divisa a giubbetto proposta dal Gen. Ranieri Cupini.
La fasi della cerimonia di giuramento e battesimo, rimaste poi inalterate ancora oggi, consistevano nella:
- Lettura della formula del giuramento da parte del Comandante e grido: “lo giuro!” da parte degli allievi;
- Benedizione del labaro (prima orifiamma oggi gagliardetto) da parte dell`Arcivescovo Ordinario Militare (oggi il cappellano dell`Accademia);
- Consegna del labaro all`ufficiale più anziano del corso omonimo precedente (padrino);
- Riconsegna al Capocorso;
- Sfilata.
Nel periodo di permanenza del Centauro 2 a Nisida ebbero luogo anche delle cerimonie esterne per varie occasioni, a cominciare dalla prima ricorrenza della festa della Repubblica il 2 giugno 1947 in Piazza del Plebiscito a Napoli. Il 10 dicembre 1947 ebbe luogo sull`aeroporto di Capodichino il cambio della Bandiera dell`Accademia Aeronautica (dal tricolore sabaudo a quello repubblicano) alla presenza del CSMAM, Gen.S.A. Mario Ajmone-Cat. La nuova Bandiera fu benedetta dall`Arcivescovo Mons. Ferrero di Cavallerleone (link), Ordinario Militare per l`Italia (link). Seguì, il 3 aprile 1948, la sfilata degli allievi insieme alle altre Forze Armate per le vie di Napoli e la deposizione di una corona al monumento ai caduti in piazza dei Martiri. Quest`ultima cerimonia ebbe poi luogo con cadenza annuale il 28 marzo (festa dell`Aeronautica) in quanto occasione per presentare alla cittadinanza il nuovo corso entrato in Accademia Aeronautica.
L`anno accademico 1947-1948 per il Centauro 2 fu l`anno del passaggio ad Aspirante con l`anzianità da Sottotenenti 8-2-1948 (quindi Ufficiali, ma non nel grado). Inoltre essi fecero da scelti ai due corsi meno anziani, Drago 2 ed Eolo 2.
Anno, il 1948, suggellato dalla festa del Makπ e dalla redazione, nel giugno 1948, del loro librone dedicato ai padrini del Centauro 1 ed il cui incipit inizia con le seguenti parole:
….e un giorno venne un antico aviatore
Forse disceso dal cielo
a parlarci di Te, Centauro Primo,
a dirci che accanto a ciascuno di noi
posava lo spirito di un Suo compagno ardito….
E noi ci sentimmo forti
più salda la nostra fede
più vivi i nostri ideali
E guardammo con occhi di sogno
alla bella leggenda
Per questo a Te, Primo Centauro,
questo libro dedichiamo
evidente ricordo del loro battesimo e delle parole del Col. Tonengo nell'aprile dello stesso anno.
Il 1 giugno 1949 gli allievi presero parte alla grande rivista passata dal Presidente della Repubblica Luigi Einaudi alle Forze Armate in via dei Fori Imperiali a Roma, consuetudine che si è unita alla Guardia d`Onore al Quirinale.
Il 29 e 30 giugno 1949 ebbe grande rilievo, rispetto all`anno precedente del Centauro 2, la festa del Makπ del Drago 2.
Ma proprio il 30 giugno 1949 sul piazzale di Nisida, presente il Ministro della Difesa, On. Pacciardi, il Capo di Stato Maggiore dell`Aeronautica, Gen.S.A. Mario Ajmone-Cat, autorità ed invitati, venne consegnata la prima “Sciabola d`Onore” del dopoguerra al S.Ten. Giuseppe Pilosu, Capocorso del Centauro 2, primo del corso per l`intero corso triennale.
Un nuovo evento che poi divenne tradizione fu la “festa del pinguino” (oggi festa del pingue) celebrata per la prima volta il 4 aprile 1948. Essa volle indicare l`ingresso ufficiale nella famiglia aviatoria dei più giovani allievi (pinguini). Questa festa si poneva a conclusione della “spinguinatura”, vecchia tradizione degli albori dell`Accademia con lo scopo di far maturare velocemente gli allievi del primo anno nello spirito di corpo e tradizioni della Forza Armata.
La festa, come tuttora, consisteva in una rappresentazione teatrale goliardica della 2^ classe e la consegna del pinguino dalla 2^ classe alla 1^ classe.
Il Centauro 2, ormai Aspirante del 3° anno, non fu coinvolto direttamente ma ne seguì l`organizzazione, anche perché una vecchia tradizione anteguerra fu mantenuta che era quella che gli allievi del 3° anno (aspiranti) fungevano da inquadratori/sorveglianti degli allievi del primo e secondo anno (anziani). Quindi gli allievi dalla sveglia al silenzio erano costantemente sorvegliati. Fu appunto questo il compito degli scelti del Centauro 2 verso il Drago 2 ed Eolo 2.
Le vecchie tradizioni, insieme alle narrazioni dell`impiego durante il recente conflitto, rimasero patrimonio grazie anche alla felice idea di integrare in servizio permanente i Sottufficiali piloti e gli Ufficiali Piloti di Complemento reduci dal conflitto mediante corsi allo scopo costituiti presso l`Accademia.
Il Gen. Ulivi ricorda questo evento con le seguenti parole:
“Un aspetto positivo dell`Accademia del Centauro 2 era stata la contemporanea presenza dei Corsi Integrazione per Sottufficiali Piloti, e, in secondo tempo, degli Ufficiali Piloti di Complemento. Lo Stato Maggiore aveva deciso di tenere questi corsi per premiare, promuovendoli Ufficiali in SPE, coloro che si erano distinti nelle azioni di guerra. La convivenza con queste persone, che ci raccontavano dei loro voli, dei loro duelli con gli Spitfire, dei combattimenti su Malta, dei voli sui Balcani dopo il settembre 1943 e via dicendo, ci dava l`impressione di vivere delle esperienze anche a noi che avremmo aspettato ancora parecchio per salire su un aeroplano; dall`altra parte cercavamo di sdebitarci, facendo del nostro meglio per aiutarli a riprendere in mano i libri e farsi tornare in mente le nozioni scolastiche di matematica, fisica, ecc…. cosa che era per loro, sotto certi aspetti, peggio che ritornare su Malta.”
Organizzazione di comando e didattica del Centauro 2 a Nisida.
Durante il passaggio del Centauro 2 la catena di comando al più alto livello era la seguente:
Comandante Accademia:
Comandante in 2^ che fungeva anche da Direttore dei Corsi e Direttore agli Studi:
Segretario ai Corsi:
Comandante di corso:
L`organizzazione didattica invece fu un vero e proprio parto, frutto di interminabili riunioni in cui si dovevano armonizzare idee, esperienze e risorse disponibili al fine di individuare e formalizzare: un progresso culturale e multidisciplinare tradotto in materie di studio, un programma di attività (didattica, sportiva, militare), un corpo docente adeguato alle esigenze, l`acquisizione di strumenti adatti allo scopo.
L`idea di fondo fu quella che si doveva passare dall`Ufficiale navigante e Comandante al futuro dirigente di una Forza Armata.
Il Gen. Cupini individuò, in base all`esperienza vissuta durante il conflitto, alcune lacune che si sarebbero dovute tradurre in attenzioni quali:
- la capacità degli ufficiali di operare su terra;
- la capacità degli ufficiali a lavorare in armonia in ambiente interforze (ovvero con Esercito e Marina);
- la capacità di semplificare l`organizzazione dei processi in rapporto alle risorse ed ai limiti esistenti;
- ristabilire il rapporto fiduciario bidirezionale tra vertice e più basso livello di Forza Armata mediante i vincoli di disciplina, morali ed etici;
- non inseguire ma imparare a gestire il veloce progresso tecnologico aeronautico;
- acquisire una mentalità cooperante col mondo angloamericano.
Tutte queste costatazioni, rispetto all`idea iniziale dell`Ufficiale dirigente di Forza Armata e alla valutazione di quanto in essere al momento, portarono invece alla definizione e conseguente formazione di Ufficiali aviatori in carriera.
Cosa venne valutato rispetto ad un profilo universitario di studio?
Gli allievi nell`arco di una giornata sarebbero di sicuro stati impegnati in: lezione, studio, attività ginnico militari, attività di volo. Ben differente dalla giornata tipo di uno studente universitario. Inoltre il periodo accademico era triennale, quindi risultava impossibile comprimere un corso di laurea in così poco tempo. Si decise di optare per una serie di materie che costituissero un corso i cui esami potevano equiparare studi accademici con studi universitari. Quindi introdurre quelle materie più vicine ad un biennio d`ingegneria (in modo che i futuri ufficiali fossero in grado di trattare in forma tecnicamente ineccepibile le materie professionali).
Su alcune materie tecnico militari (logistica, dottrine di guerra, strategia ecc,) si lasciò che fossero trattate nei successivi corsi presso le altre scuole militari, come la Scuola di Applicazione di Firenze o all`estero in ambito NATO per tecnologia ed armamenti su sistemi d`arma in acquisizione.
Si poteva fare già affidamento su personale civile di alta formazione universitaria e militare già operante in teatri complessi.
Si trattava anche di recuperare, se non da porre in essere, i testi necessari. Molti furono riscritti sotto forma di dispense.
Furono introdotte oltre alle canoniche materie:
- l`italiano (l`analfabetismo era ancora dilagante tra la popolazione);
- la lettura e commento dei vari regolamenti a cominciare da quello di disciplina;
- la consuetudine della lettura mattiniera e commento del bollettino del tempo;
- visite culturali.
Vista la quantità di materie e relativi programmi venne presa in considerazione la reintroduzione del corso di Perfezionamento abbandonato nel 1935. A Nisida il nuovo corso ricominciò dall`anno accademico 1949-1950, pertanto i Sottotenenti del Centauro, che avevano già lasciato Nisida, lo svolsero a Lecce.
Alla fine fu definito il quadro docente, le materie per anno accademico e l`orario delle giornate (link).
Degna di nota nel tempo del Centauro 2 fu il riavvio della pubblicazione dell`annuario dell`Accademia a partire dal 1948.
Non meno importante fu l`attività sportiva. Non sono stati reperiti finora albi o graduatorie di gare in cui sia stato coinvolto il Centauro 2.
Di sicuro si praticavano, data la vicinanza al mare, la vela e il nuoto. Altri sport individuali erano: equitazione, scherma e boxe. Gli sport di squadra erano: pallavolo e pallacanestro. Il limite grande erano gli spazi dedicati allo sport: solo il piazzale, che per quanto rimesso a posto non consentiva più di quello che realmente veniva praticato.
Le attività estive
Dall`anno accademico 1947-48 venne pianificato che, nel periodo estivo, dopo gli esami di prima sessione, gli allievi della prima classe partecipassero ad una crociera navale con gli allievi dell`Accademia Navale, mentre gli allievi della seconda classe prendessero parte ad un campo d`arma con gli allievi dell`Accademia Militare e gli aspiranti effettuassero una crociera aerea con aereo militare e con l`eventuale presenza di elementi delle altre Forze Armate.
La crociera navale, di fatto, era già stata effettuata nel 1946 dagli allievi del Centauro 2 sull`Amerigo Vespucci e solo in acque italiane (date le restrizioni armistiziali).
Queste crociere, oltre a favorire personali amicizie tra i futuri ufficiali della Marina e dell`Aeronautica, servivano anche ad acquisire una buona dose di esperienza marinaresca, sempre utile ad un aviatore, facendola scaturire dalla ordinata vita in ristretto spazio, dalla fatica delle manovre, dall`inesorabile ritmo dei turni, dalla partecipazione ai vari servizi, dalla frequente lotta contro gli elementi avversi, dalle analogie e differenze tra i vari scali, dalle funzioni di rappresentanza all`estero.
Quest`attività come le altre in estate serviva a riempire il periodo visto che non era possibile dedicarlo al volo.
Questi erano gli intendimenti, o meglio il punto di vista e gli obiettivi con cui venivano poste in essere queste attività.
Ulivi con la sua verve ci presenta il loro punto di vista da allievi:
“altri periodi da ricordare sono le “vacanze estive”. Gli Stati Maggiori dell`Aeronautica e della Marina si erano trovati d`accordo che nella passata guerra le operazioni aeronavali erano state talvolta penalizzate da una scarsa intesa tra velivoli e navi, con conseguenze anche fatali.
Forse sarebbe stata una buona idea promuovere relazioni cordiali tra il personale delle due Forze Armate e quindi quale migliore occasione che imbarcare sulla nave scuola Amerigo Vespucci il primo corso dell`Accademia Aeronautica del dopo guerra? Così fu che agli inizi di luglio 1946 ci imbarcammo a Brindisi per una crociera nei mari italiani che in circa due mesi ci avrebbe portato a Porto S. Stefano con tappe a Palermo, Napoli, Cagliari, Rapallo. Sul Vespucci imparammo tante cose marinare: andare a riva (cioè sui pennoni), a fare il punto astronomico (però con scarsi risultati), lavare il ponte, lucidare gli ottoni, persino a trainare il Vespucci con le scialuppe di salvataggio, in assenza completa di vento, ma imparammo, soprattutto a dormire, sdraiati, in piedi, seduti e persino in ginocchio quando c`era da lavare il ponte. Bastava che l`Ufficiale di guardia ci desse tre minuti di libertà che noi li impegnavamo a dormire. Sul Vespucci era imbarcato l`allora Tenente di Vascello Straulino, medaglia d`oro di vela alle Olimpiadi e quando era di guardia Straulino la nave andava con quel qualcosa in più. Ora a distanza di tempo penso che le relazioni aeronavali siano più buone, tuttavia non credo che questo sia dovuto alla presenza sul Vespucci”
Ancora, nel 1963 scriveva: “...e durante il periodo estivo da “pingui”, la crociera navale sul Vespucci, la bella nave scuola che qualcuno di noi, in quei due mesi di crociera, aveva tentato inutilmente di affondare.”
Al secondo anno era previsto il campo d`arma. Anche per esso lo scopo essenziale era che gli allievi prendessero confidenza con le armi, con l`organizzazione e con l`impiego tattico delle forze terrestri. Ciò allo scopo di assumere un`effettiva capacità di operare in difesa delle infrastrutture aeronautiche contro attacchi di superficie; di prendere conoscenza delle modalità operative delle unità dell`esercito, con le quali avrebbero dovuto collaborare sempre e strettamente e di essere pronti a prendere parte diretta nella lotta di superfice qualora, in un futuro conflitto, sopravvenisse la mancanza del mezzo aereo.
Nell`estate del 1947 il Centauro 2 prese parte a due campi d`arma. Il primo della durata di 10 giorni presso il 10° Centro Addestramento Reclute di Avellino. Il secondo, della durata di 38 giorni, ospite dell`Accademia Militare a Riofreddo (Potenza).
Ulivi ricorda quel periodo così: “Nell`Estate del 1947, forse per analoghi motivi (quelli della crociera navale ndr.) fummo inviati al “Campo d`armi” a Riofreddo vicino a Potenza, con l`Accademia dell`Esercito. All`arrivo fummo affidati alle cure di un Capitano di Fanteria, il Cap. Papasso che ricordo con simpatia e affetto e che, dopo un briefing iniziale concluse con la frase: ”Farò di voi un gruppo di soldati valorosi”. Il campo d`armi consisteva in una serie di esercitazioni di marcia, di tiro con le varie armi, di allestimento dell`accampamento e della tenda, di manutenzione delle armi. Penso sia meglio sorvolare sul risultato del nostro addestramento. I due mesi di campo trascorsero faticosamente e credo che alla fine il Cap. Papasso ci abbia guardato partire con una sensazione di leggerezza nel cuore.”
Ebbe anche a scrivere questo: “…e poi, da anziani, il Campo d`Armi e i relativi tentati ammazzamenti dei nostri poveri Ufficiali d ìnquadramento che non erano riusciti a ficcarci in testa l`arte del lancio della bomba a mano o del tiro con il fucile Enfield.”
Le crociere aeree rappresentarono una notevole realizzazione nell`intento di favorire comunque una certa attività di volo. Furono ideate, volute e perseguite dal Gen. Comandante Ranieri Cupini. Egli, già poco dopo aver preso il comando, pur con mezzi limitati, riuscì inizialmente a far arrivare un Cant Z-501 (link) da Taranto appunto per fare almeno qualche aula volante e qualche giro nazionale. A sua detta con due precisi scopi: il primo era quello di non deludere e reprimere il generoso trasporto verso il volo che gli allievi avevano, il secondo era quello puramente selettivo per individuare l`idoneità dell`allievo nel proseguire il corso. Da notare che una parentesi volativa era prevista durante il tirocinio all`interno del concorso.
Così quando toccò al Centauro 2 la crociera fu organizzata e pianificata con soste all`estero e con velivolo allo scopo strutturato tanto che fu quasi un collaudo per la macchina di nuova acquisizione. Fu lo Stato Maggiore che approvando la crociera all`estero impose di farla col Fiat G.212, versione modernizzata del G.12 (link): un trimotore interamente metallico che era ancora un prototipo. Pertanto la crociera avrebbe funzionato da test per l`aereo nonostante la sicura mancanza di assistenza tecnica all`estero. Il velivolo fu allestito con 22 posti dotati di tavolino per carteggiare e cuffia radio. Fu munito, oltre che di cruscotto didattico, di lavagna e di tavolo per carteggiare, di cupola trasparente per le osservazioni astronomiche, di più perfezionati e completi impianti radioelettrici, un radiogoniometro manuale, un impianto interfonico con due altoparlanti in fusoliera. Per mancanza di tempo non fu montato l`apparato per l`atterraggio in bassa visibilità, il radiogoniometro automatico ed il radioaltimetro ad impulsi. La crociera consentì, senza alcun aggravio di spesa, l`uso del sistema di navigazione iperbolico Decca.
La pianificazione e istruzione prima e durante la crociera fu appannaggio dell`insegnante di navigazione il Magg.pil. Vincenzo Palomba del Pegaso e del Cap.pil. Abramo Pappalardo dello Sparviero. Il Magg. Palomba fu pilota di vasta esperienza e profonda cultura scientifica. Ideò un particolare regolo di navigazione che prese il suo nome.
La crociera, a cui partecipò tutto il corso, richiese un`organizzazione diplomatica e tecnico amministrativa molto lunga. Si svolse dal 27 luglio al 15 settembre 1948. Essa tocco i seguenti paesi: Napoli - Palma di Maiorca - Tangeri - Madrid - Parigi - Londra - Edimburgo - Trondheim - Oslo - Stoccolma - Uppsala - Lyungbyhed - Copenaghen - Amsterdam - Torino - Roma - Napoli. Si spinse fino a Narvik, nel circolo polare artico, coprendo 13695 Km alla velocità media di 146 Kts per un totale di 49 ore e 55 minuti di volo effettivo. Nella sosta a Tangeri si ebbe un incontro con la Vespucci sulla quale l`Eolo 2 stava facendo la crociera navale del primo anno.
La sosta in paesi diversi fu l`occasione d`incontro con le autorità locali, quelle diplomatiche, la popolazione e le comunità italiane lì presenti. Ovunque le accoglienze furono cordiali.
Il Gen. Ulivi testimonia: “Lo Stato Maggiore, forse in considerazione delle pene imposteci negli anni precedenti, ci fece il più bel regalo possibile: una crociera aerea di due mesi su un trimotore Fiat 212. Il primo pilota era il Comandante dell`Accademia Gen. Cupini, (corso Aquila 1) che aveva partecipato alle crociere atlantiche di Balbo. Le tappe: Palma di Maiorca, Tangeri, Madrid, Parigi, Londra, Edimburgo, Amsterdam, Oslo, Trondheim, Stoccolma, Copenaghen e scusate se è poco!
Nel 1948 la gente in Europa aveva ancora freschi e dolorosi i ricordi della guerra e quindi fummo accolti con calore e cortesia eccezionali da tutti. Tutti volevano conoscerci ed ospitarci in qualche maniera. …..Comunque quella crociera fu splendida e sarebbe troppo lungo raccontare tanti particolari, tutti importanti e significativi: avevamo visto il sole che non tramonta in un volo oltre il circolo polare artico, le Olimpiadi di Londra, a Tangeri il Vespucci (nostra vecchia conoscenza), l`Accademia Aeronautica svedese a Uppsala. Tornavamo a casa ed eravamo contenti perché finalmente si incominciava a volare.”
A margine di questo evento unico si può aggiungere ancora un intervento colorito del Gen. Ulivi sottolineante uno dei tratti unici dell`italianità riconosciuta a livello mondiale, la sua cucina.
“Ricordo in particolare che ad Amsterdam l`Ambasciatore d`Italia ci aveva mandato in albergo una cassa di spaghetti, con relativi ingredienti da cucinare per condirli. Io ero andato in cucina per sapere dal cuoco se c`erano difficoltà per prepararli e rassicuratomi me ne ero andato fiducioso, comunicando ai miei compagni il mio ottimismo. Al nostro ritorno in albergo, a mezzogiorno gli spaghetti erano pronti, forse troppo pronti. Lo spaghetto più lungo misurava tre centimetri, il tempo di cottura era stato intorno alle due ore, per non parlare del gustoso pomodoro con lo zucchero ed il formaggio a blocchetti. Nessuno di noi, neanche il più educato, ebbe il coraggio di fare un assaggio; però visto che nella cassetta dell`Ambasciatore c`era ancora parecchio, chiedemmo ed ottenemmo l`autorizzazione a cucinare noi gli spaghetti, che servimmo poi a tutti i clienti, al cuoco e naturalmente a noi. Finì con molti Viva l`Italia pronunciato con accento olandese.”
Con la crociera aerea del terzo anno si concluse la parentesi in Accademia del Centauro 2. L`iter addestrativo proseguì poi alle scuole di volo (compreso il Corso di perfezionamento a Lecce) e ai Reparti con tutti gli aggiornamenti previsti e purtroppo, con molti incidenti. I primi anni alle scuole furono molto duri tanto che tre del Corso transitarono a domanda nel Ruolo Servizi mentre due, tra cui il Capocorso, persero l`idoneità al volo e transitarono a domanda sempre nel Ruolo Servizi. Ben quattro, entro il 1963, perirono in incidenti di volo.
Com`è andata la storia
Dopo un arco temporale di servizio in Forza Armata che si è concluso nei primi anni ottanta, di seguito ecco l`elenco del Centauro 2 coi rispettivi gradi a conclusione del loro storico servizio alla Patria:
Pilosu Giuseppe Maggior Generale
Spanò Elio Giorgio T.Col.
Spadaccini Alberto Tenente Generale
Della Guardia Francesco Tenente deceduto inc. volo
Di Caprio Aldo Maggiore deceduto inc. volo
Coppa Luigi Tenente deceduto inc. volo
Russo Giovanni Maggiore
Ulivi Maurizio Gen. S.A.
Lobianco Domenico Gen. B.A. a titolo onorifico
De Rosa Bruno Tenente Generale
Pecorella Giovanni S.Ten. deceduto inc. volo
Gargiulo Luigi Maggior Generale
Alcune precisazioni: il S.Ten. Pecorella morì in incidente di volo a causa della collisione tra il suo aereo e quello ai cui comandi era un istruttore di volo col suo allievo che era, suo malgrado, il collega di corso Spanò. Esperienza che segnò profondamente il T.Col. Spanò.
Il Gen. Maurizio Ulivi è stato l`unico a comandare un Reparto Operativo e precisamente il 2° Stormo. Lui ed il Gen. Lobianco furono gli unici a fare il Comando di Gruppo.
Conclusione di questa storia non può essere altro che il ricordo del generale Ulivi nel 1963:
“Forse aver sognato per tre lunghi anni di toccare una cloche, di sentirsi solo per aria, di vedere tutto il mondo sotto e perciò di sentirsi superiori a tutti, aveva fatto sì che i primi contatti con il volo sembrassero più ardui e difficili del previsto; a questo disagio contribuirono anche l`eccessivo numero di tipi di velivoli scuola e le loro non progressivamente graduate difficoltà di pilotaggio e purtroppo un elevato numero di gravi incidenti di volo: sta di fatto che cinque di noi abbandonarono il pilotaggio. Dei rimanenti restano per noi indimenticabili il caro Pecorella, sempre così sereno ed espansivo, caduto con un L.5 a causa di una collisione in volo, l`assennato Della Guardia, a cui forse fu fatale l`unica sua imprudenza di volo che lo immolò col suo F.38, e lo spensierato e nello stesso tempo malinconico Coppa, tradito dall`avaria dell`elica del suo F.47. Inoltre non possiamo non ricordare il caro Sciarretta che aveva terminato l`Accademia con il corso Drago 2, e che un`inesorabile piantata in decollo del suo F-86E aveva fatto precipitare.
E ora, proprio in questi giorni, dobbiamo aggiungere a questo triste elenco il caro amico Di Caprio, perito insieme ad un giovane pilota con un T.33, durante un volo d`istruzione.
Così ora noi del Centauro 2 siamo rimasti in pochi, legati tra noi dai ricordi dei nostri Amici Caduti e dei periodi talvolta tristi ma molto spesso allegri trascorsi a Nisida, sul Vespucci, al Campo d`Armi, in Crociera Aerea e alle Scuole di Volo delle Puglie e tutti abbiamo nel cuore quel caro motto: “CENTAURO alla tua corsa la nube è fango ed il vano vento è suolo”.